Erose le “strutture di plausibilità” (per dirla con Berger e Luckmann, 1966) che per secoli avevano garantito la tenuta dei dispositivi di senso religiosi, nella modernità è il dominio tecnico-scientifico del mondo a divenire l’universo di senso all’interno del quale l’umanità ancora le sue sicurezze. Le continue conquiste della scienza garantiscono nuovi significati all’esistenza umana, al punto da indurlo a convincersi che per mezzo di essa sia possibile il superamento dei limiti imposti dalla vita biologica. Le antichissime paure che da sempre caratterizzano la condizione umana sembrano essere attenuate dall’intervento della ragione e delle sue applicazioni tecniche. Tramite il perfezionamento dei mezzi tecnici e scientifici, l’uomo si convince di poter dominare e controllare le “situazioni marginali” (Berger e Luckmann, 1966) che incessantemente minacciano l’ordine umano costituito. Questa idea diffonde un totale sentimento di fiducia nell’operato umano e nella ragione, sua unica guida. Lo stato di benessere conquistato grazie all’azione dell’uomo, stempera lo stato permanente di angoscia che da sempre lo attanaglia. Il progresso scientifico offre all’uomo un nuovo orizzonte di significato, che attenuerà il senso di provvisorietà che la scomparsa del trascendente, avvertito fino ad allora come il principale referente per l’esperienza, aveva causato.
In tal modo, il progresso diviene l’unica vera prospettiva fortemente legittimata in grado di conferire senso all’esperienza. Ciò che precedentemente sottostava al regime religioso deve ora conformarsi a dettami razionali (Cavicchia, 2002). Non è un caso, infatti, che l’istituzione medica, mai prima come in questa fase, acquisisce una rilevanza inimmaginabile poiché ritenuta uno dei più efficaci strumenti per dominare l’ansietà escatologica (Spellman, 2014). Le tecnologie medico-scientifiche che stanno implementando l’universo razionale-scientifico e che stanno operando un vero e proprio attacco all’idea stessa di mortalità sono definite anche tecnologie per il potenziamento umano, o meglio di estensione della vita. Note anche come anti-aging, gerontologia sperimentale e biomedica, tali tecniche sono impiegate nell’utilizzo di mezzi, sia artificiali che naturali, che intervengono per rallentare il processo di invecchiamento, con lo scopo di allungare il più possibile la vita media degli individui e, in alcuni casi, estenderla oltre i naturali limiti biologici del corpo e del cervello umano.
Queste tecnologie, attualmente, sono impiegate per trattare la malattia e la disabilità, ma è sempre più crescente il numero di medici, ricercatori e scienziati che dedica la propria professionalità a progetti che nascono con l’obiettivo di aumentare le capacità e le qualità umane. Molti tra coloro che si occupano dello sviluppo di questo ramo della scienza, affiancati da “immortalisti” e “longevisti” di vario genere, ritengono che i futuri sviluppi della scienza e delle tecnologie nell’ambito del ringiovanimento dei tessuti, trapianti di cellule staminali, medicina rigenerativa, prodotti farmaceutici, sostituzione di organi vitali con quelli artificiali, e via discorrendo, finirà per assicurare agli uomini una durata della vita indefinita, associata al ripristino totale della condizione giovanile e di salute (Boncinelli e Sciarretta, 2005).