La crescita non ci porterà su altri pianeti
Nella prima metà degli anni Novanta del secolo scorso si formò un movimento sociale indipendente dalle agenzie aerospaziali governative che aveva un piano quinquennale alla fine del quale avrebbe dovuto lanciarsi nello spazio per portarvi la rivolta. Come vedremo è un precedente importante per prefigurare come sarà la nostra vita associata in una civiltà interplanetaria. Ovviamente quel piano quinquennale fu un fallimento, e il motivo è che tale movimento aveva troppa fiducia nelle potenzialità del suo nemico: il capitalismo. In un loro manifesto dal linguaggio provocatorio di quegli anni si legge: «La conquista dello spazio si inserisce in un disegno internazionale secondo il quale il sistema politico-economico dominante, una volta saturato di beni di consumo fino all’inverosimile, “eiaculerà” nello spazio! Esso rappresenta un vero e proprio Far West, un nuovo territorio da colonizzare, un territorio in cui inviare produttori/consumatori permettendo all’economia internazionale di lasciarsi alle spalle le limitazioni del Pianeta Terra» (Balli, 1998).
Si trattava degli Astronauti Autonomi, i quali, se da una parte furono tra i primi a mettere in discussione un possibile piano di evacuazione planetaria sotto la spinta dei limiti dello sviluppo, dall’altra non elaborarono sufficientemente una critica al concetto di crescita sul quale contavano in fin dei conti anche loro. Il motivo è che la loro strategia era parassitaria: esportare la rivolta approfittando del momento in cui il capitalismo avrebbe avuto la tecnologia per esportare mercato e Stati su altri pianeti. Non entriamo nel merito nel tipo di società libertaria che avrebbero voluto; è decisivo invece sostenere con forza che non sarà la crescita indefinita a portarci verso altri pianeti, perché piuttosto che una colonizzazione spaziale il capitale finanziario punta a una colonizzazione intensiva o microfisica del pianeta Terra. La logica della crescita indefinita è implosiva e presenta delle criticità che riteniamo giochino a sfavore di un finanziamento virtuoso alla ricerca aerospaziale in vista del popolamento di altri pianeti. Per immaginare il futuro su altri pianeti occorre avere le idee chiare su quale tipo di società vogliamo oggi, perché c’è società e società e solo una certa organizzazione della vita associata potrà realizzare una civiltà interplanetaria.