Le continue trasformazioni che caratterizzano il turismo rendono necessario un ripensamento delle politiche di sviluppo del settore, che, a partire dalla concertazione tra istituzioni e piccoli e grandi attori coinvolti nel comparto, possano dare forma e sostanza a un insieme di azioni mirate e specifiche. A orientare la predisposizione e la definizione di politiche economiche, territoriali e organizzative volte ad accrescere i flussi, monitorandoli, un ruolo centrale, da sempre, è ricoperto dalla produzione di dati e statistiche. Di fatto, tale sistema di conoscenza si configura come un importante dispositivo non soltanto con finalità descrittive, ma anche a sostegno del miglioramento dell’offerta turistica in senso più ampio. In particolare, fino a oggi, in Italia, la migliore rappresentazione dell’andamento turistico è quella fornita dall’Istat, impegnato nella principale produzione di dati e statistiche sulla ricettività e sui movimenti turistici nel nostro Paese. Tra l’altro, nel corso del tempo, è stato possibile notare un impegno istituzionale crescente per arricchire l’analisi del fenomeno.
Nonostante gli sforzi in tal senso e l’ampia portata dei dati prodotti, alcuni elementi continuano a non essere presi in esame. Le statistiche ufficiali, ad esempio, non riescono a tener conto della complessità della ricettività: come posto in evidenza nella più recente letteratura sul tema (Algar, 2007; Amadeus, 2016; Deloitte, 2017), i modi di accogliere i turisti oggi sono estremamente variegati e ciò sfugge all’indagine tradizionale che si concentra esclusivamente sull’ospitalità alberghiera, per cui, ad esempio «nonostante la sua importanza, il turismo domestico resta trascurato e sotto-studiato in Italia» (Arzeni, 2011). Inoltre, i dati si riferiscono solo alla dimensione degli arrivi e delle presenze, indicatori insufficienti a fornire informazioni utili per la programmazione turistica. Allo stesso modo, l’Istat osserva esclusivamente le esperienze che contemplano almeno un pernottamento lontano dalla propria abitazione, escludendo, aprioristicamente, quegli short break che iniziano e finiscono nell’arco della stessa giornata e che stanno caratterizzando sempre più il fare turismo della contemporaneità (OIDT, 2016). La maggiore criticità è, poi, rappresentata dai tempi di raccolta e di elaborazione dei dati, troppo lunghi se si considera la velocità con cui si registrano cambiamenti nel sistema turistico. Sebbene si possa dunque contare su un archivio di informazioni affidabile e particolareggiato, allo stesso tempo si sconta una produzione poco tempestiva.
Le rilevazioni Istat
La prima raccolta di dati sul turismo condotta dall’Istat risale al 1959, anno in cui l’istituto ha effettuato un’indagine campionaria sulle famiglie con l’obiettivo di descrivere le vacanze dei residenti in Italia. «Lo sviluppo del settore turistico che avviene negli anni Sessanta, sulla scia del boom economico, porta ad un rinnovato interesse verso le statistiche sul turismo, che si traduce, da parte dell’Istat, in una serie di indagini sulle vacanze svolte con cadenza pluriennale. È a partire dagli anni Settanta, con l’espansione dell’intervento pubblico in ambito sociale, che la marginalità delle statistiche sociali si attenua progressivamente» (Baldazzi, 2014).
A partire dal 1993 l’Istat ha iniziato a raccogliere e analizzare con cadenza annuale dati sulla vita turistica degli italiani nell’ambito della più ampia indagine multiscopo sulle famiglie con l’indagine “Aspetti della vita quotidiana”. Entro questa cornice sono raccolti i dati dei viaggi effettuati nell’arco dei 12 mesi precedenti alla rilevazione che prevedevano almeno 4 pernottamenti. Verso la fine degli anni Novanta l’Unione Europea, con l’obiettivo di rendere possibile la comparazione dei dati statistici su domanda e offerta turistica raccolti nei diversi contesti nazionali, ha definito concetti, classificazioni e indicatori omogenei per le rilevazioni. A partire dal 1997, dunque, l’Istat, in ottemperanza alla direttiva comunitaria 95/57/CE, ha dato avvio alla rilevazione trimestrale “Viaggi, vacanze e vita quotidiana”, sempre all’interno del sistema di indagini multiscopo, per poi trasmettere i dati all’Eurostat.