Quando una tesi scientifica diventa socialmente rilevante e insieme controversa, al punto da coinvolgere nella discussione anche i non esperti, significa che è giunto il momento di affrontare la questione da un punto di vista meta-analitico. Il meta-analista, invece di sposare una delle posizioni in campo, assume una posizione neutrale e, utilizzando strumenti scientometrici, concentra l’attenzione sul dibattito, piuttosto che sul merito della questione.
Ci sono pochi dubbi sul fatto che il riscaldamento globale antropogenico (AGW, Anthropogenic Global Warming) sia un tema controverso e di grande rilevanza sociale. L’asprezza del dibattito è perfettamente comprensibile, se si considera che il fenomeno è da molti indicato come un pericolo esistenziale per l’umanità e che le soluzioni proposte mettono a rischio interessi economici e stili di vita. Di fronte a questa situazione, non stupisce che un filone di studi meta-analitici sia già emerso e si stia arricchendo nel tempo di nuovi contributi. Per fare solo un esempio, nel 2013 un gruppo di ricercatori guidato da John Cook ha analizzato l’evoluzione del consenso scientifico sull’AGW nella letteratura scientifica sottoposta a revisione paritaria e indicizzata in Web of science. L’attenzione si è concentrata sugli articoli apparsi su riviste scientifiche. Sono stati esclusi libri, capitoli di libri e atti di convegni. Gli studiosi hanno esaminato 11.944 abstract di altrettanti articoli pubblicati nel periodo tra il 1991 e il 2011 e tematicamente incentrati sul “cambiamento climatico globale” o sul “riscaldamento globale”. Il team di Cook ha scoperto che il 66,4% delle ricerche non ha espresso posizione sul riscaldamento globale di origine antropica, il 32,6% si è espresso in favore dell’esistenza del fenomeno, lo 0,7% ha sostenuto che si tratta di una teoria infondata, mentre il restante 0,3% si è detto incerto sulle cause del riscaldamento globale. Dunque, tra gli studi che hanno espresso una posizione, ben il 97,1% ha sostenuto la tesi che il fenomeno esiste e che le attività umane ne sono la causa principale (Cook et al., 2013)[1]. In termini di frequenza assoluta, l’idea di riscaldamento globale antropogenico è stata sostenuta da 3896 e rigettata da 78 studi scientifici. Ciò significa che esiste un largo consenso tra gli esperti intorno a questa idea, anche se non c’è unanimità di pensiero.
Tuttavia, qui non intendiamo né mettere in dubbio né confermare gli studi sul consenso già effettuati, ma esplorare altri aspetti della questione, pur restando nella prospettiva della meta-analisi. Scopo del nostro studio è comprendere in che modo il dibattito sul riscaldamento globale ha coinvolto anche i sociologi, nonostante la questione sembri in linea di principio esulare dalle loro competenze. In altri termini, il quesito da cui parte questa ricerca è il seguente: in che misura e a che titolo i sociologi hanno contribuito al dibattito sul riscaldamento globale?