L’Internet of Things è da tempo definita come la prossima grande rivoluzione tecnologica. Il termine è utilizzato per definire la futura interrelazione di tutti gli apparati elettronici – dalle auto ai frigoriferi, dagli smartphone alle XXX – in un’unica grande rete digitale, che ne consentirà il monitoraggio e la gestione a distanza, nonché l’ottimizzazione delle performance, garantendo risparmio di tempo e denaro e miglioramento della nostra qualità di vita. Una rivoluzione che sta diventando possibile grazie alla miniaturizzazione dei componenti elettronici, che consente di trasformare ogni oggetto creato dall’uomo in un piccolo computer connesso in Rete; e grazie, inoltre, all’aumento delle capacità di calcolo dei processori, attraverso i quali sarà possibile gestire l’enorme mole di dati prodotti dai miliardi di nodi dell’Internet of Things (IoT). In un report pubblicato nel giugno scorso, dal titolo The Internet of Things: Mapping the Value Beyond the Hype, il McKinsey Global Institute ha analizzato oltre 150 casi di IoT diffusi in tutto il mondo allo scopo di stimare l’impatto economico di queste applicazione e i benefici futuri in termini di miglioramento della produttività e risparmio di tempo. Secondo le stime del McKinsey, l’IoT possiede un impatto economico potenziato che raggiungerà una quota variabile tra i 3,9 e gli 11,1 trilioni di dollari per anno a partire dal 2025. In termini di quota percentuale sull’economia mondiale, l’IoT potrebbe arrivare a toccare l’11% del totale entro dieci anni.
Per ottenere questi risultati, tuttavia, sono ancora molti i passi da compiere e i problemi da risolvere. Il primo è quello relativo all’interoperabilità dei sistemi, necessaria per sbloccare il valore potenziale dell’IoT: bisogna riuscire a fare in modo che gli oggetti messi in rete possano dialogare tra loro con un linguaggio comune, scambiandosi dati e informazioni e lavorando a sistema indipendentemente dalla diversa architettura dei loro software. Garantendo l’interoperabilità dell’IoT sarà possibile far crescere il suo valore fino a 4 trilioni di dollari l’anno nel 2025. Siamo ancora lontani, inoltre, dalla piena utilizzazione dei dati prodotti. Secondo le stime, meno dell’1% dei dati generati dai 30.000 sensori installati su una piattaforma petrolifera offshore sono usati oggi per prendere decisioni. Se riuscissimo a utilizzare il restante 99%, diventerebbe possibile migliorare enormemente i processi produttivi, soprattutto grazie alle capacità predittive dei big data. Per riuscirci bisogna investire di più nei software di data analytics.
Secondo le stime del McKinsey, il 62% dell’impatto economico potenziale annuale delle applicazioni IoT nel 2025 sarà nelle economie avanzate, il restante 38% nei paesi in via di sviluppo. La Cina tuttavia è destinata a essere tra i principali utilizzatori dell’IoT, insieme ai paesi produttori ed esportatori di gas e petrolio, che useranno le applicazioni IoT per ottimizzare i processi di estrazione e distribuzione. La maggior parte del potenziale economico resterà legato alle applicazioni business-to-business, rispetto a quelle destinate ai consumatori, sebbene queste ultime siano quelle che godono di maggiore attenzione e copertura mediatica (pensiamo al grande interesse per applicazioni di domotica). L’utilizzo dell’IoT in ambienti di lavoro come l’estrazione mineraria e l’industria dei combustibili fossili, o il settore delle costruzioni, genererà la gran parte del suo valore potenziale. L’IoT genererà nuovi modelli di business: l’impiego crescente della stampa 3D porterà le aziende manifatturiere ad aumentare la propria quota di servizi venduti rispetto ai prodotti veri e propri, che invece saranno realizzati in situ dai consumatori. L’utilizzo di sensori in oggetti di uso quotidiano, come autovetture ed elettrodomestici, permetterà alle case produttrici di fornire aggiornamenti e miglioramenti personalizzati all’utente in base al consumo.
Affinché le promesse dell’IoT si realizzino, sarà necessario garantire l’avveramento di alcune condizioni sine qua non. Il costo degli hardware di base e soprattutto dei MEMS (sistemi micro-elettromeccanici) dovrà continuare a scendere nei prossimi anni, rendendo più economico l’acquisto di oggetti dotati di sensori intelligenti, come gli attuali smartphone, il cui costo è al momento ancora troppo alto. Sarà inoltre necessario che anche gli attuali trend di sviluppo nei software di analitica e visualizzazione dati proseguano come da previsione nei prossimi dieci anni. Bisognerà risolvere problema legata alla tutela della privacy degli utenti finali di dispositivi connessi all’IoT, e lavorare molto sulla loro sicurezza, per proteggerli da accessi non autorizzati. L’aumento esponenziale di dispositivi anche molto delicati connessi in Rete – dalle automobili agli impianti di trattamento delle acque – fa sì che anche una sola breccia nella sicurezza possa provocare danni fatali. Per alcune tipologie di applicazioni IoT, inoltre, bisognerà elaborare delle regolamentazioni pubbliche, come nel caso delle auto senza conducente.
L’IoT promette di trasformare radicalmente la nostra vita. Strade intelligenti, auto senza conducente, informazioni sul traffico in tempo reale cambieranno per esempio il nostro modo di viaggiare. L’uso di dispositivi connessi permetterà il monitoraggio continuo dei pazienti durante la loro vita, soprattutto quelli che soffrono di malattie croniche come il diabete. L’impatto economico di questo tipo di medicina preventiva è stimato tra i 170 miliardi e gli 1,6 trilioni di dollari per anno nel 2025. Termostati connessi e applicazioni intelligenti garantiranno significativi risparmi energetici nelle nostre case e aumenteranno il nostro tempo libero, con un impatto economico previsto nel settore della domotica tra i 200 e i 350 miliardi di dollari per anno nel 2025. Quello delle smart city sarà uno dei settori di maggiore sviluppo dell’IoT. Sistemi intelligenti di gestione del traffico e del trasporto pubblico, risparmio energetico, ottimizzazione della distribuzione delle risorse (acqua, elettricità, gas), monitoraggio ambientale produrranno un impatto economico stimato fino a 1,6 trilioni di dollari l’anno.
Si tratta di un’opportunità enorme per i fornitori di tecnologia. Il mercato dei componenti e dei sistemi IoT è cresciuto del 160% nel 2013 e nel 2014, e nel 2025 crescerà del 30% all’anno. Spetterà invece ai decisori politici elaborare una legislazione in grado di garantire il rispetto della privacy dei dati, regolamentare l’accesso e la gestione dei dati, assicurare la loro protezione da attacchi hacker, sviluppare standard che permettano l’interoperabilità dei dispostivi e dei sistemi IoT.