Certe volte, per capire il presente, bisogna immaginare il futuro. È il claim di Ri-Costituente: la Costituzione del 2050, un progetto di cittadinanza attiva per i giovani di tutta Italia nato in un piccolo paese dell’Alto Monferrato ma con l’ambizione di attraversare l’Italia. Ne raccontiamo qui le vicende e le caratteristiche, mettendo in primo piano quello che – da operatori sociali – abbiamo imparato sul futuro in due anni di lavoro.
Una premessa metodologica
Il progetto si rivolge a giovanissimi (15-22 anni), cui proponiamo di “essere Costituenti” per un giorno scrivendo collettivamente un articolo della Costituzione del 2050 su un tema che ritengono strategico per il futuro del Paese. I laboratori si svolgono per lo più in classe (in remoto o in presenza) o in gruppi di giovani in contesti di aggregazione, comunità o tempo libero.
I future studies sono la metodologia di riferimento che ha dato forma all’intero lavoro: ci siamo prefissati di sostenere nei giovani partecipanti la consapevolezza delle connessioni tra le loro idee e le loro scelte attuali e il futuro del Paese. La scelta di assumere come riferimento un tempo lungo (il 2050) ci è parsa funzionale ad aprire la riflessione prendendo le distanze dalle retoriche sul “cambiamento impossibile” o sulle contrapposizioni di breve periodo. I temi di attualità che i giovani partecipanti scelgono di trattare sono proiettati quindi su un orizzonte temporale lungo (Poli, 2019) focalizzando tre “pilastri” degli studi di futuro:
- La consapevolezza della discontinuità tra il passato e i futuri possibili (base della future literacy).
- L’attitudine a immaginare futuri plurali (foresight) assumendo su questi una posizione strategica che ne individui alcuni come preferibili (anticipazione).
- Il pensiero sistemico come cornice cognitiva che consente di cogliere la complessità delle interconnessioni.
L’obiettivo, decisamente ambizioso, ha dovuto da subito fare i conti con la realtà. Innanzitutto, ci siamo proposti di raggiungere un pubblico esteso di partecipanti, eterogeneo per provenienza geografica e per contesto di riferimento: a oggi abbiamo svolto (o abbiamo in agenda) laboratori che spaziano dal Liceo STEM piemontese al Carcere Beccaria di Milano, dai giovani universitari trentini ai ragazzi dei quartieri popolari palermitani. In secondo luogo, abbiamo deciso di dar vita al progetto (come vedremo più avanti) per una scelta etica. Il progetto è autosostenuto dalle cooperative promotrici che cercano di volta in volta sponsor e finanziamenti su bandi. Oggi, dopo due anni di lavoro, si inizia a vedere qualche timido risultato, ma per molti mesi è stato sostenuto in proprio solo dalle risorse delle cooperative promotrici. La scarsità di risorse ha generato la necessità di pensare a percorsi brevi e facilmente riproducibili.