È imperativo per l’Europa agire, agire ora e agire con decisione
(Lamy et al., 2017)(…) tutti i nuovi attori si stanno lanciando nell’affare della ricerca
(Hudson et al., 2015)
Horizon 2020, il Programma Quadro europeo per il finanziamento della ricerca che sta per terminare, insiste marcatamente sulla necessità di accelerare l’innovazione, in modo che i prodotti della conoscenza raggiungano il mercato il più velocemente possibile. La retorica basata sull’urgenza è pervasiva nei documenti politici europei dell’ultimo ventennio: è necessario agire velocemente, si argomenta, dal momento che seri pericoli incombono sullo «stile di vita europeo», minacciando di distruggerlo; frequentemente si incontrano metafore di “corsa contro il tempo” e richiami al rischio incombente di perdere le protezioni sociali attuali; tali argomentazioni non solo sono espedienti retorici ma acquisiscono un peso notevole in quanto contribuiscono a fondare e legittimare le riflessioni offerte e le azioni proposte.
I Programmi per la ricerca sono il principale strumento dell’Unione Europea in ambito di politica scientifica, tecnologica e – soprattutto nelle ultime due decadi – dell’innovazione. Attivi dai primi anni Ottanta, sono cresciuti in dimensioni e ambizioni: i tre pilastri tematici di Horizon 2020, “Industrial Leadership”, “Societal Challenges” ed “Excellent Science” si dividono i quasi 80 miliardi di euro stanziati dall’UE. Storicamente, la promozione dello sviluppo scientifico e tecnologico in Europa si è intrecciata alle alterne vicende dell’integrazione europea (Guzzetti, 1995; Borrás, 2000); la legittimazione politica prevalente, tuttavia, è sempre stata rappresentata dal sostegno alla crescita economica: tutt’ora, l’insistenza comunitaria sull’innovazione richiama innanzitutto e soprattutto la necessità che la ricerca produca miglioramenti concreti per l’economia comunitaria. I paesi membri – soprattutto quelli, come l’Italia, più carenti in termini di finanziamento alla ricerca – si appoggiano notevolmente sui fondi europei, mutuandone temi e orientamenti: in questo modo gli inquadramenti concettuali di fondo delle politiche europee sulla scienza – tra gli altri crescita, innovazione, impatto, velocità – modellano il lavoro quotidiano dei ricercatori nei laboratori europei, e influenzano l’orizzonte del dibattito culturale nelle Università.
Il lavoro del ricercatore, che in misura crescente dipende dal reperimento di fondi tramite la partecipazione a bandi nazionali ed europei, viene condizionato da tali visioni di fondo, a cui è chiamato ad aderire e che è tenuto a riprodurre se desidera ottenere i finanziamenti. Temi, strumenti, metodi, orizzonti, durata: spesso l’intera attività del ricercatore viene adattata alle richieste dei finanziatori, e sia lo sviluppo scientifico della ricerca che il modo di lavorare e di concepire il proprio lavoro di studioso ne escono modificati.
L’enfasi sulla dimensione dell’urgenza è particolarmente presente, a partire da inizio millennio, nei documenti con valore di parere consultivo (i numerosi report su temi di rilevanza UE che la Commissione affida a gruppi di esperti) o di posizione politica (Green o White Papers e comunicazioni della Commissione) riguardanti in special modo la politica economica, la quale è legata a doppio filo, a partire dagli Novanta, alla spinta verso l’innovazione basata sulla produzione di nuova conoscenza. Di conseguenza, a tale repertorio retorico si attinge copiosamente anche per quanto riguarda la politica sulla ricerca.