Le elezioni del 2020 negli Stati Uniti non hanno visto solo la vittoria di Joe Biden e la riluttanza del Partito Repubblicano (in particolare lo stesso Donald Trump) ad accettarla. In effetti, ci sono state innumerevoli competizioni elettorali minori in tutto il paese per molte cariche politiche diverse, tra cui le elezioni dei membri del Congresso. Tra tutti i candidati, due si distinguono per la loro particolarità: le elette Marjorie Taylor Greene e Lauren Boebert. Non solo hanno vinto il loro distretto congressuale con moltissimi voti, ma sono anche entrambe dichiarate sostenitrici della teoria del complotto nota come QAnon, che crede che Donald Trump stia combattendo una setta di burocrati pedofili (il “Deep State”, ovvero uno stato nascosto composto da funzionari e ricchi privati) incarnata politicamente dal Partito Democratico. Tra tutte le teorie del complotto che sono salite alla ribalta negli ultimi mesi, QAnon è sicuramente la più rilevante per le conseguenze politiche che ha avuto e potrebbe avere nel prossimo futuro.
Soprattutto grazie a Trump e ai suoi collaboratori che hanno ritwittato con orgoglio molti post di account legati alla cospirazione, nell’arco di pochi mesi è passata dalle nicchie di oscuri forum online al Congresso degli Stati Uniti d’America. Cosa ancora più preoccupante, la cospirazione ha ispirato una notevole organizzazione paramilitare, che è stata collegata a una varietà di crimini, come tentati rapimenti e omicidi. Per queste azioni, la comunità di QAnon è stata etichettata dall’FBI come “minaccia di terrorismo interno”. Dando ben poco peso alle sue accuse infondate e alle intenzioni radicali, circa venti repubblicani hanno fatto uso della retorica del QAnon nei loro discorsi politici, sebbene solo i due summenzionati sostengano apertamente la cospirazione.
Anche se QAnon si è diffusa durante la pandemia, ha avuto origine nel 2016 con lo scandalo fittizio noto come “Pizzagate”. Durante le elezioni presidenziali dello stesso anno, alcuni circoli di estrema destra hanno interpretato alcune e-mail trapelate da un attacco di phishing a John Podesta, il manager della campagna elettorale di Hillary Clinton, come prova di una rete di pedofili all’interno del partito Democratico, che avrebbe come sede fisica la cantina della pizzeria Comet Ping Pong di Wahington D.C. Tra i membri di questa setta, secondo i complottisti, c’era Hillary Clinton, all’epoca candidata presidenziale democratica. Col tempo, la teoria del complotto di Pizzagate si è evoluta in qualcosa di molto più ampio, e Qanon l’ha fagocitata. La figura chiave è l’anonimo Q, che afferma di essere un funzionario del governo con accesso a documenti e operazioni segreti. Non è noto se si tratti di un individuo o di un gruppo di persone. Tuttavia, comunica attraverso frequenti “Q drops” (letteralmente “gocce”, indizi criptici e frammentari), che vengono diffusi attraverso account dei social media. Considerando le opinioni estremiste della cospirazione, tutte le principali società di social media hanno tentato di rimuovere i contenuti riguardanti QAnon, finora con scarso successo, tanto che in effetti la sua popolarità ha raggiunto il picco poco prima delle elezioni, con oltre 600.000 follower solo su Facebook.
Di cosa parla dunque Qanon, e come è riuscita a spopolare? In breve, la teoria del complotto di QAnon promuove Donald Trump come l’unica linea di difesa contro una cabala di pedofili e satanisti che comprende il Partito Democratico, George Soros e persino l’artista Marina Abramovich, sotto il termine ombrello di “Deep State”. Trump viene dipinto come un eroe, spesso con l’appellativo di “Guerriero” o “Leone”, simbolo di potenza e giustizia. Porterà la luce attraverso la Tempesta (“the Storm”) che dovrebbe essere un evento di notevole importanza in cui gli attuali assi di potere verrebbero ribaltati con la sconfitta definitiva del Deep State. A queste affermazioni non sono mai corrisposte prove o elementi di supporto, ma anzi si sono susseguite smentite in una lunga e imbarazzante serie. A partire dalla prevista incarcerazione di Hillary Clinton nel 2017, la “Storm” sarebbe dovuta avvenire il 3 novembre dello stesso anno; poi varie previsioni di attentati mai avvenuti, e ancora il coinvolgimento di stelle del cinema in traffico di liquidi biologici di bambini adoperati per un elisir di giovinezza. La svolta comunicativa dei drops avviene nel 2018, quando le comunicazioni di Q diventano improvvisamente molto più vaghe e criptiche oltre che correlate da stringhe di numeri e lettere spacciate per codici che però, dopo una analisi crittografica, sembrano essere solo digitazioni casuali di una tastiera qwerty. La combinazione di ermetismo e alimentazione dei sospetti preesistenti dei lettori costituiscono, secondo esperti come lo psicologo Stephan Lewandowsky e il giornalista e segretario nazionale del CICAP Massimo Polidoro, elementi chiave, nonché in certi aspetti innovativi, per la popolarità della teoria.
In modo escatologico e quasi religioso, Donald Trump finirà per sconfiggere questa cabala durante un evento la cui data non è volutamente chiara. Per questo motivo, QAnon è stato talvolta paragonato a un culto, piuttosto che a una mera teoria del complotto. Senza entrare in ulteriori sfumature della teoria, ora questa si estende alla pandemia, alle presunte frodi nelle recenti elezioni, alla politica estera degli Stati Uniti e a molti altri campi. Ad esempio, durante gli incendi del 2020 negli Stati Uniti occidentali che hanno provocato l’evacuazione di mezzo milione di persone, QAnon ha diffuso affermazioni infondate secondo cui i membri di organizzazioni antifasciste fossero i veri colpevoli. Ciò ha portato migliaia di persone a sommergere la linea di emergenza con insistenti domande sui presunti piromani antifascisti. La teoria è diventata così pervasiva da contaminare ampiamente il dibattito pubblico anche in Europa, con collegamenti ricorrenti al nazionalismo di estrema destra. Infatti alcune delle proteste a Berlino e Roma che negavano l’esistenza del Covid-19 incorporavano retoriche e simboli tipici di QAnon, oltre a sconcertanti appelli a Trump e Putin per liberare il mondo. Più di recente diversi personaggi pubblici hanno espresso dubbi, principalmente infondati, sull’esito delle elezioni presidenziali del 2020 che sono ovviamente considerate manipolate – secondo gli ultimi drop di QAnon – dai “media mainstream” e dal Deep State.
Tuttavia, dopo il termine del mandato di Trump, la cospirazione potrebbe perdere presa. Alcuni aderenti di QAnon stanno già affrontando difficoltà nello spiegare la sconfitta della candidatura per la rielezione di Donald Trump. Q è rimasto insolitamente silenzioso per due settimane dopo il giorno delle elezioni. Inoltre, l’opposizione istituzionale è diventata più evidente e marcata, con alcuni repubblicani di alto rango preoccupati che le teorie del complotto possano mettere a repentaglio la reputazione del partito. Perciò, il membro del Congresso Dan Crenshaw ha recentemente richiamato la neoeletta sostenitrice di QAnon Marjorie Greene a comportarsi in modo più appropriato dopo che quest’ultima ha dato sostegno alle affermazioni di Trump di frode elettorale. La teoria ha una notevole capacità di adattare la propria narrazione agli eventi, sia che favoriscano le profezie di Q sia che le confutino, ma si fonda sugli sforzi eroici di Trump per smantellare la “cabala dei pedofili”. Dal momento che non sarà più presidente, la sua presunta missione salvifica potrebbe non continuare e l’intera teoria rischierebbe di sgretolarsi.
Tuttavia, ci saranno conseguenze. QAnon ha promosso una tendenza già consolidata nella politica americana e globale: avvelenare i pozzi. È uno strumento retorico diffuso per demonizzare il proprio avversario al punto che qualsiasi cooperazione è impossibile, poiché nulla di quello che dice l’altro può essere considerato attendibile. Saranno in molti, fomentati da QAnon, a non riconoscere il presidente eletto Biden e la sua amministrazione perché alla fine “fanno tutti parte del Deep State” e hanno complottato per rubare le elezioni.
La fede quasi incrollabile intrinseca in certe teorie cospirative contemporanee è assimilabile per alcuni a una forma di “pensiero magico”, che rende facile collegare le informazioni frammentarie e rassicurarsi di fronte all’alienazione sociale e alla privazione dei diritti civili. Queste teorie fanno appello all’istinto umano di trovare un colpevole per i problemi del mondo (non è importante se reali o fittizi) come mezzo per alleviare l’ansia. Vengono alimentate da bias cognitivi che a loro volta alimentano la teoria, come il bias di conferma, il bias di risultato e soprattutto dall’apofenia. In particolare questa ultima, in gergo tecnico chiamata patternicity, consiste nel fenomeno psicologico di attribuire e cercare attivamente significato o schemi (patterns appunto, in inglese) laddove non vi siano ragioni per farlo. Per motivi come questi, la maggior parte delle persone crede in una qualche forma, magari blanda, di teoria del complotto. Che si tratti dell’11 settembre, di cause del cancro, delle cause del debito pubblico o dei vaccini, ci sono innumerevoli cospirazioni o sistemi di credenze che afferiscono alla sfera cospirativa. Fa parte di un fenomeno che i sociologi contemporanei chiamano infodemia.
Per certi versi, le teorie del complotto si comportano in modo simile a un virus, diffondendosi sia grazie a persone “asintomatiche” (che integrano inconsapevolmente o attenuatamente la disinformazione nelle loro convinzioni) che a veri aderenti alla teoria. Ovviamente, ci sono categorie della popolazione più esposte a convinzioni di tipo cospirativo; in particolare le categorie socialmente o economicamente più emarginate e in difficoltà, persone con un basso grado di istruzione o con precedenti esperienze che hanno generato sfiducia in enti e istituzioni, ma è molto comune anche per persone completamente differenti.
QAnon è un caso estremo: si fonda su idee spesso deliranti e apparentemente poco difendibili, eppure numerose piattaforme politiche hanno fatto proprie elementi di questa teoria. Ad esempio, molti sindaci in Italia e nel Regno Unito si sono opposti alle antenne 5G e ci sono partiti politici in Occidente che sostengono apertamente che il cambiamento climatico è l’invenzione di un’élite globale. Per certi versi, le teorie del complotto sono uno dei migliori strumenti nelle mani dei partiti politici populisti con già poco riguardo per la plausibilità delle loro affermazioni. Attraverso le cospirazioni, è possibile costruire una narrativa radicalmente polarizzata che può essere completamente dissociata dalla realtà, quindi impossibile da smentire logicamente o attraverso prove sostanziali. Le credenze degli aderenti (consapevoli e non) sono regolarmente credenze emotive, irrazionali, non basate sui fatti. Negli Stati Uniti, per esempio, si susseguono denunce di un gran numero di persone che, credendo che la pericolosità del virus sia gonfiata ad arte per soggiogarli, mentono sul proprio stato di salute o danno false informazioni personali, ostacolando il lavoro di medici e “contact tracer”.
QAnon ha tutto il potenziale per adattarsi a questo scopo, ma le sue affermazioni apertamente assurde (come la profezia di alcuni mesi fa secondo cui la pandemia sarebbe servita a insabbiare l’incarcerazione di agenti del Deep State) e le violente tendenze di destra autoritaria hanno minato la sua possibilità di attrarre un pubblico ancora più vasto. In ogni caso, è già stato fatto notare che, sebbene Trump e i suoi sostenitori, inclusi i fanatici di QAnon, abbiano perso le elezioni presidenziali, il loro impatto complessivo è tale che il mondo potrebbe assistere all’alba di un’epoca in cui la costante disinformazione radicalizza i cittadini comuni.
Attraverso la viralità insita nelle spiegazioni che le teorie del complotto offrono, QAnon è riuscita in pochissimi mesi a uscire dall’oscurità e raggiungere il Congresso degli Stati Uniti, attirando nel contempo una nutrita schiera di seguaci pronti a tutto. Perciò, risulta molto probabile che emergano numerose altre cospirazioni che cercheranno di imitarne il successo e in grado di costituire comunità altrettanto zelanti e numerose, combinando teorie del complotto afferenti ai più svariati ambiti in una sorta di Leviatano. Proprio questa, secondo alcuni commentatori, è la maggior forza di QAnon: poter spiegare senza sforzo ogni fenomeno contemporaneo, colpevolizzando il “Deep State” e le sue ramificazioni onnipresenti tra i ranghi dei Democratici e in generale delle forze politiche liberali o di sinistra in tutto il mondo. C’è quindi poco da stupirsi se, così come ora i sostenitori di QAnon si rifiutano categoricamente di riconoscere la vittoria di Joe Biden, in futuro ci saranno attori politici che vorranno sfruttare le teorie del complotto per aggirare con ancora più forza alcuni fondamentali meccanismi democratici.