Il ruolo delle ferrovie per l’Unione Europea
«L’Eurasia rappresenta i due terzi della popolazione, dell’economia e del commercio mondiali. Immaginiamo cosa sarà quando risulterà di fatto fusa assieme in un mega continente connesso da colossali infrastrutture stabili fatte per rendere semplici e veloci gli scambi. Le ferrovie ad alta velocità cinese ed europea stanno comprimendo i tempi di percorrenza ferroviaria da un capo all’altro dell’Eurasia da una misura di mesi ad una di giorni. Il treno è più rapido di una nave e più economico di un aereo e per questo sta erodendo la leadership nei volumi al trasporto marittimo e quella nei valori al trasporto aereo» (Khanna, 2016). Alle parole del geografo Parag Khanna potremmo aggiungere che le ferrovie rappresentano la spina dorsale del sistema dei trasporti europei ed hanno svolto un ruolo vitale per la società, soprattutto nell’ultimo decennio, contribuendo più di altri mezzi a sviluppare l’economia e la mobilità, salvaguardando contemporaneamente la tutela dell’ambiente e la coesione territoriale. Un elemento essenziale quindi nella risoluzione delle sfide più urgenti dei nostri tempi che dovranno essere affrontate in questo mandato politico dall’Unione Europea (Fabbri, 2021).
Globalizzazione, boom demografico, sviluppo tecnologico e cambiamenti climatici sono stati già individuati come i quattro megatrend che nei prossimi anni influenzeranno in maniera profonda il settore del trasporti, obbligandolo a sostenere maggiori investimenti e costi energetici più elevati, potendo contare su una forza lavoro più contenuta. Non a caso anche durante la pandemia le infrastrutture hanno dimostrato una volta di più l’elevata resistenza riferita al contesto di mercato caratterizzato da livelli di volatilità ed incertezza. In particolare, quelle sostenibili, legate alla transizione energetica ed alla digitalizzazione sono diventate due dei principali megatrend di investimento. Inoltre, le trasformazioni richieste dalla transizione energetica al fine di scongiurare il fatto che l’innalzamento delle temperature conduca a cambiamenti climatici catastrofici, sono di grande portata e coinvolgono i trasporti quale settore cruciale. Secondo alcune recenti stime, il comparto è responsabile del 16,2% del totale delle emissioni di gas ad effetto serra a livello mondiale.
In un simile contesto, rispetto alle emissioni del trasporto su strada (11,9%) e di quello aereo (3,8% considerando l’effetto peggiorativo derivante dal fatto che le emissioni vengono prodotte ad alta quota), il trasporto ferroviario fa segnare un più modesto 0,7%, caratterizzandosi dunque come un potenziale vettore per lo sviluppo della mobilità a bassissime emissioni. Le ragioni di queste performance rispetto ad altre forme di trasporto risiedono anche nei minori attriti del contatto acciaio-acciaio che si realizzano con le ferrovie rispetto a quelli tra gomma e strada; così come nella maggiore efficienza dei motori elettrici rispetto a quelli a combustione interna, unite al vantaggio di dover effettuare poche soste. Risulta assai utile sottolineare inoltre che a differenza di automobili ed aerei, il treno garantisca una maggior occupazione di posti ed un utilizzo minore di energia (Grimalda, 2021). A maggior ragione quindi, dopo che con la direttiva RED (Renawable Energy Direct) l’Unione Europea ha confermato per il periodo 2021-2030 il maggiore utilizzo di energie rinnovabili quali parti strumentali nelle azioni necessarie a soddisfare la mitigazione dei cambiamenti climatici, il settore dei trasporti, per il quale nel 2018 si faceva ricorso nel 94% dei casi ai combustibili fossili, sarà chiamato a diminuire del 14% tale consumo entro il 2030, in modo da centrare gli obiettivi previsti.