James Lovelock è morto il 26 luglio del 2022, nel giorno in cui compiva 103 anni. Lo scienziato è noto soprattutto per la sua teoria su Gaia, nella quale vede la Terra come un superorganismo che deve tutelare un proprio equilibrio. A 99 anni, però, Lovelock ha scritto un altro libro, nel quale annuncia l’avvento di una nuova era geologica, il Novacene, che sostituirà l’Antropocene, cioè l’età nella quale l’uomo, nel bene e nel male, è diventato l’assoluto regolatore del Pianeta (Lovelock, 2020).
Caratteristica del Novacene è il dominio delle macchine, che risolvono problemi insolubili per l’Uomo e semmai manterranno in vita l’Homo sapiens come pet, animale da compagnia. Non è molto diversa la diagnosi della Singolarità di Raymond Kurzweil, capo tecnologo di Google e futurista, il quale da tempo ha annunciato che entro il 2045 saranno le macchine a operare le scelte che l’uomo non è più in grado di fare (Kurzweil, 2008). A seguito dell’avvento dei computer quantistici, molti esperti prevedono che “l’età della singolarità” potrebbe essere anche più vicina.
Gli interrogativi che ne conseguono riguardano la natura stessa della persona umana: in quale misura rimarrà come noi la conosciamo e se invece accetterà una progressiva trasformazione in cyborg, attraverso innesti uomo-macchina che potenziano le sue capacità ma ne cambiano il carattere. Chip nel cervello con possibilità di attingere a internet e memorizzare rapidamente, forme di comunicazione telepatica, droghe per ridurre la necessità di sonno potrebbero configurare, come già prevedeva Joel Garreau (2007), un conflitto tra i “potenziati” che accettano queste modifiche e i “naturali” che non possono o non voglio accedervi.
I più recenti studi sulla intelligenza artificiale (AI) confermano queste previsioni. I percorsi mentali dell’intelligenza artificiale sono diversi da quelli umani, talvolta inspiegabili. Come si racconta in un recente libro alla cui stesura ha partecipato anche Henry A. Kissinger, nel 2017 il computer AlphaZero, prodotto da Google DeepMind, ha battuto Stockfish, campione assoluto fino a quel momento nel gioco degli scacchi. La novità è che AlphaZero si è distaccato dagli input basati sull’esperienza umana e ha attuato strategie di gioco totalmente nuove. Prima i computer vincevano gli umani solo per la loro maggiore capacità di prevedere in anticipo le possibili mosse, ma in sostanza ne imitavano le strategie. AlphaZero gioca in modo diverso, magari sacrificando pezzi ai quali nessun maestro si sognerebbe di rinunciare. E vince. Adesso sono i campioni di scacchi a studiare le sue tecniche rivoluzionarie (Kissinger, Schmidt e Huttenlocher, 2021).