Nel 1998 nasce l’innovativa collana editoriale Strade Blu di Mondadori, pensata per il pubblico giovane e trasversale del nuovo millennio, alla ricerca di autori innovativi nel campo narrativo e saggistico. La veste grafica ricopre generalmente un ruolo fondamentale per questa tipologia di libri; non fa eccezione Tomorrow Now di Bruce Sterling, pubblicato nel 2004. La copertina ritrae in primo piano alcuni edifici diroccati e sovrastati da grattacieli ipertecnologici, sfavillanti e maestosi; un quadro che introduce immediatamente il lettore alla scoperta dell’oltremondo e del post-umano.
Ma chi è Bruce Sterling? Nato a Brownsville, Texas, nel 1954, diviene uno dei maggiori esponenti della fantascienza americana e con romanzi come La matrice spezzata del 1982 (Sterling, 2005) e Isole nella rete del 1988 (Sterling, 1997) contribuisce alla fondazione del cyberpunk, movimento rappresentato al meglio dalla famosa antologia-manifesto Mirrorshades pubblicata nel 1986 (Sterling, 2003). La forza creativa e la densità di idee che pervadono le sue opere, spesso vere e proprie visioni future che spaziano dal romanzo alla saggistica, hanno contribuito a renderlo un autorevole esponente della cultura digitale, spesso impegnato nella difesa della libertà d’informazione. Attualmente vive in Italia, a Torino, assieme alla sua compagna Jasmina Tešanović, mediattivista e femminista, con la quale tiene una rubrica sul quotidiano nazionale La Stampa, “Globalisti a Torino”. Alcune opere di Sterling pongono importantissimi interrogativi: quanto la tecnica ci asservisce, o ci libera? In che misura possiamo osservare questi mutamenti e capirne i risvolti qualitativi?
Nella società postindustriale la tecnica cessa di essere un semplice strumento, qualificandosi piuttosto come un complesso insieme di condizioni e di processi interagenti nel dispositivo sociale. Inoltre, con l’aumento quantitativo e qualitativo dei processi informazionali, di cui internet è massima espressione, il potere di mediazione e di relazione contribuisce a strutturare un nuovo ambiente vitale, che sovrappone biosfera e infosfera, reale e virtuale. Uno dei lati negativi di questo processo è rivelato dalla paradossale credenza di poter consumare all’estremo le risorse della biosfera, preservando però al contempo la libertà assoluta. L’ironia e il sarcasmo di Sterling, talvolta cupo e nichilista, invitano a ragionare su quanto la postumanità si stia avvicinando verso una soglia critica, nel tentativo di rincorrere un nuovo livello di benessere e prosperità, spesso in modo caotico e poco ragionato.
La premessa fondamentale di Tomorrow Now, in cui Sterling dichiara di essere prima di tutto uno scrittore di fantascienza e poi un futurologo, è di «armeggiare col futuro simultaneamente in sette modi diversi» (Sterling, 2004, p. 5). Questi sette modi rimandano a cinque declinazioni in sottogruppi d’interesse, suddivisi in futurologia delle multinazionali, governativa, militare, poliziesca, etica. Non manca una propensione metodologica: «La futurologia al suo meglio raccogliere indicazioni di tendenze, puntando a trarne i paradigmi. È un’arte della ri-percezione: riconosce che la vita muta, deve mutare ed è mutata, e suggerisce il come e il perché di questi cambiamenti, mostrando come vecchie percezioni abbiano perso il loro valore e altre nuove siano ora possibili» (Ivi, p. 10).
Ulteriore precisazione consiste nel distinguere tra i mezzi, le motivazioni e le opportunità. I primi rappresentano le forze vettrici del cambiamento, generalmente di tipo tecnologico e scientifico, secondo l’autore facilmente individuabili. Le seconde costituiscono i desideri profondi dell’umanità, sulla base dei quali si ergono i costrutti politico-economici, ma Sterling designa un posto di spicco anche per la cultura pop, per il suo ampio raggio di diffusione e condivisione, che esprime nella sua interezza il desiderio potenziale della mente collettiva. Infine, le opportunità sono come le nuove strade aperte dall’innovazione, che erode la resilienza delle strutture sociali tradizionali, fino a riconfigurarne le pratiche e i valori. Un passaggio molto significativo è il seguente: «Contraddizioni e ossimori spesso segnalano future opportunità. […] La parola “fantascienza” è un ossimoro. Segnala un cortocircuito tra scienza e letteratura, un’arena dove si scontrano opposte posizioni culturali sulla tecnologia. Allo stesso trucco ricorre la parola-macedonia “cyberpunk”, che coniuga a forza scienza informatica e ribellione bohèmienne» (Ivi, p.6).
Dopo aver introdotto gli strumenti analitici, la risultante futurologica viene indicata anch’essa in senso triadico: positivo, negativo e tutte le vie di mezzo. Una così evidente aporia viene mascherata da una tassonomia metaforizzante: «Possiamo anche dare a questa triade i nomi di tre celebri profeti che hanno difeso le relative posizioni: Pangloss, Cassandra e il Venditore di polizze assicurative» (Ivi, p. 7). Il cinismo del personaggio del Candido di Voltaire, la natura profetica e catastrofista dell’oracolo omerico, infine il pragmatico realismo economicista dell’assicuratore: sono questi i tratti salienti che emergono dall’introduzione.